Il Magistretti inglese

Philip Sayer

«Io sono legato, per diversi motivi, alla tradizione inglese. (…) Gli inglesi hanno capito un segreto del design: “To look at usual things with unusual eyes”. La cultura inglese è in grado di suggerire ribaltamenti di significato, accostamenti a sorpresa. Nella tradizione britannica si intrecciano il senso della necessità e l’amore per la realtà. E a volte basta alterare un piccolo elemento della realtà per creare un oggetto di buona qualità formale.»
Vico Magistretti in Abitare, n. 314, gennaio 1993

Il Magistretti inglese esplora e approfondisce il rapporto tra Vico e il Regno Unito: i progetti, le corrispondenze, le collaborazioni, le conferenze e i riconoscimenti, ma anche i lavori e i ricordi dei suoi studenti al Royal College of Art di Londra.

La mostra racconta – attraverso lettere, disegni, fotografie e appunti provenienti dall'Archivio Studio Magistretti e non solo – di un’affinità progettuale e culturale, quasi una «love story», che va ben oltre il risaputo ruolo di visiting professor assunto da Vico nel 1979 al Royal College of Art. 

Una storia di amore che comincia negli anni ’50 con la partecipazione di Magistretti alla mostra Italian Contemporary Architecture del Royal Institute of British Architects a Londra e che si dichiara nei molti progetti ispirati da forme e materiali inglesi, dal tavolino Caori del 1969 fino alla poltrona Raffles del 1988. 

Senza dimenticare il viaggio per la XII Triennale in visita alle Model Schools prefabbricate inglesi, e le tracce delle conferenze tenute a Londra, Glasgow e Belfast, passando per sconosciuti progetti di architettura a Leeds o nel West Yorkshire.

Il Vico inglese lo si incontra anche in mostra – insieme al suo prediletto divano Sindbad (le coperte inglesi, le scuderie inglesi, il derby di Ascott…) – nell’estratto dalla trasmissione Omnibus: Milan, andata in onda nell’ottobre 1982 su BBC 1 e tutta dedicata a Milano, capitale mondiale agli occhi dei britannici della moda e del design. 

A completare la narrazione ci sono i lavori finali e i ricordi di venti studenti di Magistretti al Royal College of Art, per aprire uno scorcio sull'impatto che Vico ha avuto su quella generazione di designer. Come ha scritto Marco Romanelli: «Che cosa fa Vico a Londra? Parla di dignità, mostra dignità. Ovvero mostra i suoi progetti: lo fa per vent’anni. (…) Le parole di Vico diventano un’onda e l’onda diventa un movimento che arriva fin a noi, in Italia, che l’accogliamo come fresca energia rigeneratrice (…). Eravamo però troppo presi allora, troppo sedotti da questi giovanissimi “maestri” d’Oltremanica per comprendere che, nelle retrovie del minimalismo anglosassone, si celava Vico. Né lui l’avrebbe mai detto (forse non l’ha neppure pensato)».

Il Magistretti inglese – pensatacurata e allestita da Viola Pelù e Louis Mayes, giovani architetti londinesi – è la mostra vincitrice del Call for Curators lanciato dalla Fondazione in occasione del Convegno Internazionale Vico Magistretti. Tra Milano e il mondo realizzato a ottobre 2023, insieme a Triennale Milano.

Date

Dall'11.4.2024 al 27.2.2025

Colophon

Mostra a cura di
Viola Pelù
Louis Mayes

Progettazione dell'allestimento a cura di
Viola Pelù
Louis Mayes

Supervisione
Chiara Corbani

Ringraziamenti
Artemide, Cassina, Dinah Casson, Giuliano Ferrari, Gruppo Censeo, John Cook, Lorenzo Mazzali, Matteo Pirola, Neil Parkinson, Paul Logan, Philip Sayer, RCA Special Collection, RIBA Collections, Studio Fax, The Design Museum, Tom Wilson