Artemide

Artemide, storica azienda leader nell'illuminazione è da sempre sinonimo di innovazione e Made in Italy, con prodotti considerati icone del design contemporaneo, a livello internazionale.
Fondata nel 1960 da Ernesto Gismondi, Artemide ha sede a Pregnana Milanese. I suoi prodotti sono distribuiti in oltre 100 diversi Paesi. Con 5 unità produttive in Italia, Francia, Ungheria e Canada, una vetreria e una innovativa struttura di Ricerca e Sviluppo supportata da laboratori di prototipazione e test, il Gruppo Artemide impiega attualmente più di 650 dipendenti di cui circa 60 in attività di R&S, a conferma del ruolo portante dell’innovazione quale componente chiave per il suo successo.
Le collezioni Artemide rappresentano un incrocio unico di valori: l’approccio alla luce umana e responsabile si coniuga a un saper fare progettuale e materico, in un incontro tra tecnologia di ultima generazione e antichi saperi, perfetta espressione del progetto sostenibile.
Visione innovativa, ricerca, dialogo con i grandi architetti sono alla base di progetti sostenibili capaci anche nel tempo di illuminare con la stessa forza il futuro.

Come è cominciata la collaborazione con Artemide nei ricordi di Vico Magistretti: 

“È successo che nei '60 io avevo appena finito la Triennale, per la quale avevo diviso, con Ignazio Gardella, la responsabilità artistica. Mi hanno chiamato per disegnare delle cose, degli oggetti. Ricordo, ad esempio, Artemide. L'Artemide era formata da tre persone, Gismondi, sua moglie e un'altra persona, finiva lì. Da lì in poi abbiamo cominciato a diventare amici. È stato un continuo scambio. In quel periodo c'è stata la dimostrazione del grande merito degli industriali che hanno capito che qualche cosa cambiava, e che bisognava trovare qualcuno che li aiutasse a cambiare. Fino a quel momento facevano mobili stile Cantù (…).”

E con le parole di Ernesto Gismondi, fondatore di Artemide:

“Ricordo bene quando Magistretti ha accettato di disegnare per Artemide ed è venuto per la prima volta nella nostra sede di via Moscova, davanti alla chiesa di Sant’Angelo. Ricordo che ha schizzato su un foglietto, semplicemente un cerchio e due linee. Così è nata la lampada Omega.”